Burnout phases
Ciao. Sono Gianluca e mi piacerebbe dirti alcune cose prima di iniziare.
Burnout Phases è una mostra che non avrebbe mai voluto esistere.
Una mostra che io definirei romantica.
Un visual che a volte va in netto contrasto con quello che è il racconto stesso di ogni opera.
Una manifestazione spontanea di colori che mi hanno aiutato a ritrovare la luce.
NON aspettarti grandi opere d’arte.
NON aspettarti opere che vogliono fare critica sociale, farvi ridere o ghignare.
“Romantica” perché sono opere nate da periodi particolarmente personali,
ma che forse così tanto personali non sono.
C’è sempre qualcuno che si sente come te, no?
Tutto nasce tra il 2018 e il 2019:
il primo burnout mai provato nella mia vita.
Era tutto buio e tutto nero. Dentro di me una bestia che non voleva fare nulla,
che mi bloccava, ma contemporaneamente la testa e il cuore volevano esplodere,
fare i salti mortali, bruciare tutto e creare cose spaziali.
Ho capito che c’era solo un modo:
Fare.
Fare un piccolo gesto ogni giorno, anche senza un fine specifico,
per combattere la bestia e tornare a fiorire.
Il 21 gennaio 2019 ho deciso di iniziare a creare una grafica diversa ogni giorno.
Era una sfida contro me stesso.
Ero stanco, ma non accettavo il fatto che non riuscissi a fare cose.
Ciò che vedrete è stato fortemente voluto da Federico Timo,
che, dopo avermi conosciuto, ha deciso che avrei dovuto dare vita, luce e dignità
a questo percorso.
Grazie per essere qui e buona giornata a te,
che hai deciso di dedicarmi del tempo.
Gianluca d’Ottavio | Fluid.